FATTURA ELETTRONICA UNA STORIA TUTTA ALL’ITALIANA!!

Questo è il primo articolo in cui esprimo una mia personale opinione, lo “sfogo” nasce dal lavoro a monte fatto nei mesi primaverili del 2018 in cui un argomento è stato trattato in maniera quasi ossessiva.

Tale argomento era il “famoso” GDPR (la normativa sulla privacy modificata dal regolamento UE), ebbene a 40 giorni dalla entrata in vigore effettiva della fattura elettronica si scopre che quest’ultima potenzialmente viola tantissime normative in materia di tutela dei dati.

Ecco perché una storia tutta all’italiana!!

L’Agenzia delle Entrate dovrà dare una risposta in merito a futuri adeguamenti di gestione dei dati, ma sembra evidente la non volontà a non prorogare la data di entrata in vigore della fattura elettronica in primis per motivi economici e di bilancio.

Alla fine su chi ricadranno le conseguenze? Sicuramente su imprenditori, consulenti e tutti i restanti titolari di partita iva in primis per l’enorme esborso economico per l’adeguamento al processo di digitalizzazione, e in più dopo aver impiegato risorse, tempo e  “mal di testa” abbiamo scoperto che ogni volta che invieremo una fattura elettronica, non avremo più un semplice dubbio, ma la certezza che lo stiamo facendo per ottemperare ad un obbligo di legge, così facendo però mettendo a rischio la riservatezza dei dati trasmessi. 

La cosa ancora più grave è stato ignorare il Garante, che nel proprio provvedimento, parte da un dato di fatto: il processo di fatturazione elettronica comporta “un trattamento sistematico, generalizzato e di dettaglio di dati personali su larga scala, potenzialmente relativo ad ogni aspetto della vita quotidiana dell’intera popolazione, sproporzionato rispetto all’obiettivo di interesse pubblico, pur legittimo, perseguito”.

Che tradotto significa, che con le fatture elettroniche, vengono veicolate una serie di informazioni che esulano dal campo fiscale e che, in alcuni casi, possono interessare dati sensibili dei soggetti.

Un esempio chiaro se andate da un medico nella fattura inviata dal medico saranno pubbliche le vostre patologie.

Un altro esempio può essere un avvocato penalista che vi emette fattura dovrà indicare la prestazione.

Ma si potrebbero indicare innumerevoli esempi.

Cosa ancora più grave, il Garante rileva che l’Agenzia delle Entrate, nei provvedimenti sin qui emanati, non ha nessuna specifica misura di garanzia volta ad assicurare il rispetto dei principi di limitazione della finalità, minimizzazione e riservatezza.

In ogni caso, si attende la replica del Fisco, che dovrebbe arrivare in breve tempo, in considerazione dei tempi stretti (il 1° gennaio 2019 è alle porte).

Un ipotesi potrebbe essere l’esclusione dall’obbligo di alcune categorie professionali. Alcune deroghe all’obbligo potrebbero infatti essere inserite nel decreto fiscale, in sede di conversione in legge. Ad esempio, per medici e farmacisti, che già oggi utilizzano il codice fiscale per tracciare l’operazione effettuata.

Non ci resta che attendere l’evoluzione ma mi raccomando abbiate fede che l’anno prossimo uscirà qualche altra novità che violerà tutta la disciplina della fattura elettronica.

UNA STORIA TUTTA All’ITALIANA!!!

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